Il 9 ottobre 2017 nasce il progetto Cinquephoto Educational.

Questo progetto senza alcuno scopo di lucro mira ad aiutare le scuole che incontriamo durante i nostri viaggi. Spesso si sente parlare di raccolte fondi che finiscono nelle tasche degli organizzatori, oppure di impossibilità nel vedere come i propri soldi vengano spesi e dove vadano a finire. Noi dello studio Cinquephoto durante i nostri viaggi entriamo in contatto con strutture reali, fatte di volti e di persone. Raccogliamo del denaro per inviare quaderni, penne e beni di prima necessità per aiutare chi purtroppo considera un lusso anche solo andare a scuola.

Molti -giustamente- potrebbero obbiettare. Come mai non inviamo questi fondi alle scuole italiane? Anche noi in Italia spesso non abbiamo soldi per i gessetti. Vero, non lo neghiamo, anzi. Tuttavia noi dello studio rappresentiamo una piccola entità in grado di raccogliere un quantitativo di denaro limitato. Inviare 50€ ad una scuola di Milano non cambierà assolutamente nulla per quella scuola. Al contrario, con gli stessi soldi in India (considerando il loro costo della vita) possono voler dire un intero anno di penne e di quaderni per tutti gli studenti di quella scuola. Un ottimo stipendio indiano varia dai 200 ai 500 euro. Si parla di figure chiave come avvocati o dentisti. Le persone più povere, i contadini o i piccoli artigiani, guadagnano una frazione di questi importi. Non hanno il denaro per mandare i figli a scuola e -anzi-  spesso sono costretti a farli lavorare, invece che studiare. E’ una ruota, un cane che si morde la coda dove chi non ha nulla resta povero ed è destinato a tramandare il suo debito ai propri figli. Vogliamo spezzare questa catena, interrompere il giro e dare la possibilità di effettuare un reale cambiamento. Senza intermediari, ci occupiamo di tutto noi.

A nome di tutto lo staff Cinquephoto siamo onorati nel poter dare un apporto positivo a questa società e dare un sostegno a chi ha meno di noi. Ringrazio di cuore tutte quelle persone che decideranno di aiutarci, che credono in noi e nel nostro lavoro. Il primo passo per essere dei buoni fotografi è il sapersi mescolare con le persone, sentirsi a casa ovunque. Abbracciare il diverso, accoglierlo e farlo proprio. Essere una grande famiglia, lontana dal razzismo, dalle differenze imposte da religioni e politica. Un reportage è per noi fatto di tante cose: immagini, parole, gesti.

Grazie di cuore,
Francesco Cinque