Viaggio al centro della Terra

Il mio viaggio nelle aree off limits mai fotografate prima

Le Grotte di Castellana sono un sito carsico pugliese dislocato nella provincia di Bari a circa 15 km da Alberobello, cittadina nominata patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO.
Con un’estensione di circa 3348 metri di lunghezza ed una profondità massima di 122 metri rappresentano uno dei luoghi turistici più incantevoli e meglio valorizzati dell’altopiano delle Murge.
A dimostrarlo ci sono schiere di turisti che da tutto il mondo arrivano per visitare il complesso di cavità carsiche ed il museo speleologico ad esso adiacente.
L’ingresso del percorso turistico inizia nel migliore dei modi, in una grotta profonda 60 metri, denominata La Grave (nelle fotografie è quella con il fascio di luce). La grave è la seconda cavità in ordine di grandezza presente nel complesso ed è sicuramente una delle più teatrali. Nei giorni di sole, i raggi di luce filtrano dalla cavità sovrastante, mentre nei giorni di pioggia si crea una stupenda cascata naturale che riflette i colori dell’arcobaleno. La grave non è solamente l’inizio e la fine di un percorso, è spesso adoperata come palcoscenico per spettacoli teatrali come l’Inferno di Dante o dimostrazioni di discesa speleologica.

Per poter proseguire la visita è necessario essere accompagnati da una delle guide esperte, che passo dopo passo spiegheranno la storia ed i nomi di queste sculture naturali. La lupa capitolina, la caverna della civetta ed il corridoio del serpente: non si tratta di uno zoo, ma sono i fantasiosi nomi che gli speleologi diedero alle cavità per facilitare l’orientamento. Al giorno d’oggi seguire il percorso è molto semplice, è luminoso e ben contrassegnato, con una pavimentazione stabile ed un corrimano che facilita durante i passaggi più scivolosi. Un tempo però queste grotte erano selvagge, la roccia viva si stagliava ovunque e la totale assenza di luce rendeva molto difficile l’orientamento.

La gran dama di corte è però rappresentata dalla Grotta Bianca. Se precedentemente abbiamo parlato di inferno Dantesco, la grotta bianca rappresenta sicuramente il paradiso. Una cavità luminosa, con una gigantesca colonna calcarea nel mezzo, è l’ultima delle cavità che troverete lungo il percorso turistico prima del ritorno e sicuramente è quella che vi lascerà più con il fiato sospeso. La bellezza di questo luogo è sorprendente: stalattiti e stalagmiti hanno impiegato milioni di anni prima di toccarsi e formare un’unica colonna, dal soffitto al pavimento.

Particolarità delle Grotte di Castellana sono le stalattiti eccentriche. Questo tipo di stalattite è piuttosto inusuale in natura, perché si sviluppa lateralmente tracciando forme circolari, spesso in contrapposizione con quelle che sono le leggi di gravità. Per questo motivo gli studiosi non riescono a trovare un punto di incontro tra le varie teorie. Una delle più interessanti (e forse più attendibile) è quella che correnti d’aria possano spostare lateralmente le gocce d’acqua, formando quindi una stalattite longitudinale. Le ricerche esplorative non sono terminate. Tuttora gli speleologi lavorano per riportare alla luce nuovi tratti percorribili. Si stima che il percorso attuale sia ben poca cosa rispetto alla reale estensione sotterranea. Quanto a noi non resta altro che attendere con ansia queste nuove scoperte per poterle visitare.

Il mio viaggio

E’ mattina ed il sole è appena sorto, dopo molte ore di auto io ed il mio assistente Fabio di Gennaro arriviamo finalmente nel piccolo comune di Castellana Grotte. Sebbene sia inverno la temperatura è mite ed estremamente gradevole.
Da li a poco incontriamo Serena e Sergio, rispettivamente una curatrice delle Grotte ed uno speleologo professionista. Dopo un veloce sguardo al museo, i due rivelano tutta la loro gentilezza ed accoglienza. Sergio ci illustra le norme di sicurezza e ci equipaggia di tutto punto per entrare all’interno di una diramazione chiusa al pubblico. La diramazione è quella che parte dalla Caverna della Torre di Pisa. E’ qui che lasceremo il percorso turistico per esplorare una nuova area, esattamente come fece Franco Anelli, lo speleologo che verso la fine degli anni ’30 guidò le spedizioni di ricerca.
Per entrare è necessario strisciare in spazi minuscoli. Con noi abbiamo solo una macchina fotografica con poche luci. Oltrepassato il tunnel di roccia naturale lasciamo alle spalle ogni tipo di illuminazione. E’ il momento di accendere le torce sui nostri caschi. I suoni, come la luce, si affievoliscono. Sergio Carpinelli, nostra guida ed angelo custode in questo inferno di roccia calcarea, ci invita a spegnere le luci. In un attimo abbiamo ridefinito il nostro concetto di oscurità. Nonostante l’alto tasso di umidità la temperatura è estremamente piacevole e all’improvviso ci sembra che i nostri occhi si stiano riposando per la prima volta nella loro vita. Il suono dell’acqua che cade inesorabilmente, goccia dopo goccia, ci fa capire quanto sia lungo il processo di calcificazione. Si è infatti stimato che la formazione delle grotte di Castellana risalga a circa 65 milioni di anni fa e che prima ancora, fossero sommerse al di sotto del livello del mare.
L’onore di cui siamo stati insigniti è enorme, dato che nessun fotografo professionista ha mai documentato questo tratto.

Vivere il luogo

La Puglia è come una malattia senza cura, ti entra nelle vene e non riesci più a liberartene. È uno spettacolo irresistibile, un po’ come quei giocolieri che sfidano il fuoco in pericolose acrobazie. Non riesci a distogliere lo sguardo ed intanto la malattia prosegue, fa sempre più effetto, fino a quando sul tuo viso vi è spazio solo per un enorme sorriso.
Chiudi gli occhi pensando che tutto sia finito, che forse era solo un sogno. Forse la tana del bianconiglio non esiste, o forse stai lavorando troppo di fantasia. Così riapri gli occhi e ti ritrovi seduto in un piccolo ristorante. Disorientato ti guardi attorno, il locale è caldo ed accogliente; davanti a te un tavolino ricoperto da una tovaglia a quadratoni rossi sulla quale è posata una caraffa di vino del Salento. L’oste si avvicina e con aria bonaria elenca il menu tipico mentre riempie il tuo bicchiere. Dalla lunghezza dell’elenco capisci subito che sarà una cena molto impegnativa, la cucina delle Murge è irresistibile. Come quei sogni dai quali proprio non riesci a destarti, godi la tua cena e vai avanti perché il gioco prosegue.
Sotto un cielo limpido e stellato passeggi tra gli stretti vicoli di Alberobello. L’ora è tarda, ma la vita continua a scorrere attorno a te. Tra i venditori di souvenir per turisti e le signore che stendono il bucato per strada, ti accorgi che un gatto salta giù dal tetto conico di un trullo e si adagia su una fioriera per poi addormentarsi. Decidi di seguire l’esempio del gatto, apri la porta del trullo dove soggiornerai e ti accasci sul letto. Supino fissi il soffitto, la luce fioca filtra dalle piccole finestre creando giochi di ombre. Quando chiudi gli occhi continui a sentire i rumori e gli odori di tutto quel disordine squisitamente mediterraneo, un compagno di viaggio che non ti ha abbandonato per un attimo. Improvvisamente speri di non svegliarti più.
Pensi di aver visitato la Puglia, ma è lei ad essere entrata in te.

Come arrivare: La stazione ferroviaria di Castellana Grotte si trova a 500mt (circa 5 minuti a piedi) dal complesso. In media per percorrere la tratta Bari – Castellana Grotte in treno ci si impiega 60 minuti.
In aereo l’aeroporto più vicino e meglio servito è Bari. Da qui è possibile noleggiare un’auto e percorrere la SS100 per poi deviare sulla SP 32, direzione Castellana Grotte (circa 50 minuti di auto).

Parcheggio: presente nell’area un ampio parcheggio. Gratuito in bassa stagione, a pagamento nei periodi turistici.

Dove mangiare: all’esterno del complesso vi è un’osteria chiamata Osteria Grotta Bianca. Il proprietario di questo ristorante è riuscito nell’arduo compito di non cedere alla tentazione di “locale turistico” con relativa perdita qualitativa. L’osteria grotta bianca ricalca infatti le tradizioni culinarie pugliesi con un’ottima qualità delle pietanze.

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