È curioso che sia proprio io a dirlo. Uno degli aspetti che più mi ha ossessionato durante la mia crescita fotografica è stato quello della tecnica. Un compulsivo bisogno di raggiungere la perfezione dell’immagine dal punto di vista tecnico mi ha portato (un passo alla volta) al dimenticare quello che mi ha fatto iniziare a fotografare, ovvero il divertimento.

La fotografia è arte, comunicazione, ma soprattutto divertimento!
I primi modelli a cui mi sono ispirato durante la mia crescita fotografica sono stati principalmente Steve McCurry e Kazuyoshi Nomachi. In realtà non è stata una vera e propria ispirazione voluta, nel senso che le loro fotografie mi incantavano e così –senza neanche rendermene conto– ho allenato il mio occhio ricreando istintivamente delle scene, delle proporzioni e dei contesti che potessero assomigliare anche solo vagamente al loro stile di fotografia.

Il problema è che così facendo ho perso di vista il punto della questione, ovvero il fatto che bisogna divertirsi. Questa ricerca compulsiva mi aveva fatto perdere completamente il “cammino”. A seguito di alcune batoste che ho ricevuto in America (e di cui ho parlato nel libro dedicato al Nord America che prima o poi terminerò, promesso) mi sono reso conto che stavo sbagliando. Così ho gettato via tutto e ripreso da zero, rincominciato da capo.
Chiaramente non mi riferisco alle mie fotografie, quelle le ho tenute. Ho gettato via tutte le mie idee, tutti i miei preconcetti e tutto quello che avevo nella testolina. Ho ripreso a fotografare più di istinto, curando meno la tecnica e lasciando spazio alla concettualità dell’immagine, dandole la possibilità di raccontarsi o di descrivere una scena.

Il mondo della fotografia è pieno zeppo di professoroni che (a par mio) hanno perso a loro volta quella componente di divertimento. Non mi sento di far loro una colpa, dato che io stesso mi ero smarrito. Quindi lo scopo di questo articolo è quello di invitare alla riflessione e al gioco, cercando di dar luce a qualcosa che talvolta cade in ombra a causa di questa continua competizione con gli altri fotografi.
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A presto!
Francesco Cinque
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