Qualcuno mi ha detto che sono un pioniere nel moto turismo con una piccola Ducati Monster, io non credo. Penso che altre persone abbiano tentato qualcosa di simile, ma che semplicemente non abbiano documentato il tutto.
Vediamo nel dettaglio le tre fasi, così da dare una mano a chi deciderà di cimentarsi in futuro.

Nei mesi che hanno preceduto il tour mi sono impegnato nel mantenere una forma fisica il più “pulita” possibile. Ho ridotto drasticamente cibi grassi e alcolici, dando priorità a carni magre, frutta e verdura.
Ogni settimana ho effettuato due sessioni di corsa della durata di 50 min – 1h cadauna (circa 10 km) e una sessione da 3km a nuoto.
Queste sessioni di allenamento serviranno nel sopportare meglio la stanchezza derivata dalla mole di km e di lavoro che dovrò affrontare e mi aiuteranno nel sostenere il peso non indifferente di una motocicletta a pieno carico.

-una coppia di telai laterali per poter agganciare due borse morbide. Una piccola nota: per una questione di spazi ho dovuto eliminare le due protezioni anti calore dagli scarichi. Le staffe, infatti, andavano ad esercitare una pressione sul lamierino in alluminio e per non rovinarlo ho preferito smontarlo. Il calore forse aumenterà, ma era l’unica strada per non piegarlo.
-una coppia di borse laterali, le EA101. Le borse non sono impermeabili, ma contengono le coperture anti pioggia. Purtroppo per il Monster non esistono valige rigide, quindi ho dovuto ripiegare su questa soluzione.
-una staffa posteriore per bauletto, con aggancio Monokey. In Givi esistono due tipi di agganci per i bauletti, i Monlock e i Monokey. I primi hanno una portata di soli 3kg, i secondi di 10kg. Ovviamente per le mie esigenze ho optato per il massimo carico possibile, l’attrezzatura fotografica infatti pesa molti kg.
-un bauletto posteriore con attacco Monokey. Il modello scelto è il V47NN Tech. La colorazione carbonio lo rende tutto sommato gradevole e in linea con la moto, sebbene abbia delle dimensioni davvero importanti. La linea è molto piacevole e decisamente più moderna rispetto al classico bauletto a cui siamo abituati. La capienza di 47lt e la portata omologata per 10kg permetteranno di caricare fotocamera e lenti, con la sicurezza di un lucchetto e di una protezione da eventuali urti o agenti atmosferici. Il bauletto ha una doppia funzione, durante la fase di marcia contiene attrezzatura fotografica e durante le soste contiene giacca e casco. Una nota per chi storcerà il naso nel vedere un bauletto su una moto di questo tipo: è un viaggio, si tratta di un lasso di tempo ridotto. E’ meglio fare un piccolo sacrificio estetico al fine di migliorare la pratica.
-una borsa morbida da serbatoio. Il modello scelto è l’XS308 TankLock. Il tanklock è un sistema di fissaggio rapido che non necessita di corde o cinghie. La staffa costa pochi euro (16 nel mio caso) e si avvita attorno al serbatoio. La borsa è dotata (nella parte inferiore) di un cerchio plastico che si incastra perfettamente con la staffa. La semplicità con il quale si aggancia e sgancia mi ha lasciato veramente perplesso. Non sto cercando di fare pubblicità spudorata alla Givi, non ce n’è bisogno. Davvero devo ammettere che la qualità di questo sistema mi ha lasciato senza parole, la prima volta che l’ho agganciato ho fatto così poca forza, da dire “no, non è possibile devo aver sbagliato qualcosa”. Insomma, il tanklock è stata una bella scoperta che consiglio a tutti. Per quanto riguarda la borsa, ho scelto un modello con una capienza molto elevata, ben 20 lt (ne esistono di molto più piccoli). Le cuciture sono impermeabili e la borsa lo è parzialmente. Nella confezione sono comunque incluse le coperture (anche catarifrangenti).
Per un fotografo, cogliere l’attimo è una cosa molto importante. Se io avessi avuto tutta l’attrezzatura nel bauletto avrei sicuramente perso molti di questi momenti. Con la borsa da serbatoio ad alta capienza, ho la possibilità di portare sempre “in grembo” la mia reflex con una lente standard (Canon EOS 7d + Canon 24-105 f4 IS USM) montata. In caso di scatti veloci, quindi, basterà aprire la zip ed estrarre la EOS, senza scendere dalla sella.
L’idea era chiara, fare di fare il giro dell’Italia scrutando ogni singolo angolo di questo splendido paese.. però man mano che parlavo con le persone del luogo, mi rendevo conto che non sempre le strade che volevo percorrere corrispondevano alle scelte migliori. A volte per una natura motociclistica e a volte per quella fotografica.
Da qui la necessità di tracciare una road map la più precisa possibile. Una volta scelte grosso modo le tappe principali, ho proceduto con la ricerca di una serie di strutture di tipo B&B che potessero ospitarmi.
I percorsi sono stati successivamente selezionati e salvati su un account personale di Google maps, in modo tale da poter essere consultati comodamente durante il viaggio. La borsa da serbatoio che ho scelto, ha un alloggiamento apposito per l’iPad, rendendo così la consultazione facile ed immediata.