Le Celebrazioni di
San Sebastiano
Parrocchia di San Sebastiano
Le celebrazioni di San Sebastiano Martire
Ho scoperto questo festival durante uno dei miei progetti, il Ducati Trip Italy.
Correva l’anno 2013 e viaggiavo -in solitaria- lungo la costa italiana con la mia piccola Ducati Monster. Da quel momento, questo festival ha sempre avuto un posticino speciale dentro di me.
Tiziano Terzani
“Ci sono giorni nella vita in cui non succede niente, giorni che passano senza nulla da ricordare, senza lasciare una traccia, quasi non si fossero vissuti. A pensarci bene, i più sono giorni così, e solo quando il numero di quelli che ci restano si fa chiaramente più limitato, capita di chiedersi come sia stato possibile lasciarne passare, distrattamente, tantissimi. Ma siamo fatti così: solo dopo si apprezza il prima e solo quando qualcosa è nel passato ci si rende meglio conto di come sarebbe averlo nel presente. Ma non c’è più.”

Il festival di San Sebastiano
Le celebrazioni di San Sebastiano sono tra le festività religiose più emozionanti ed intense a cui io abbia mai assistito. Premetto di non essere affatto un uomo di fede, tuttavia l’energia che la popolazione di Palazzolo Acreide (Siracusa) trasmette è realmente contagiosa. Sono capaci di coinvolgerti in questo gigantesco turbinio di lacrime, sudore e grida: leggasi gioia ed emozione.
Le celebrazioni si svolgono prevalentemente su due giornate, il 9 e il 10 agosto. Il 9 sera i fedeli si riuniscono all’interno della piccola Basilica di San Sebastiano (patrimonio UNESCO) e con i volti protratti verso l’altare restano silenziosi in attesa, fino a che ad un certo punto, un uomo urla: ”E chi siemo, tutti muti?” e l’intera folla risponde: ”Vastiano della vita Patrò!”
L'inizio del rito
Inizia così un rito che prevede la ripetizione, a turno, della domanda da parte degli uomini e la risposta all’unisono di tutti i presenti. Le grida continuano in un crescendo di furore fino a che non si compie la “svelata” del santo (il momento in cui la statua di San Sebastiano viene issata sull’altare).
Il giorno seguente, il 10 agosto, è la giornata più faticosa ed intensa di tutto il periodo celebrativo. Mentre il parroco celebra le messe all’interno della Basilica, all’esterno gli organizzatori si danno un gran da fare
Fuoco alle polveri!
Per prima cosa vengono sparati 21 colpi di cannone. Poi un piccolo carretto trainato a mano effettua il giro di tutti i panifici del paese, raccogliendo del pane dalla forma circolare. Il carretto farà poi ritorno al centro della piazza, di fronte alla basilica e i fedeli potranno acquistarlo come tributo verso il santo. Contemporaneamente, lungo tutta la gradinata della chiesa, vengono predisposti dei cannoncini di varie dimensioni. Si tratta di veri e propri cannoni caricati con grossi coriandoli e collegati tra di loro con delle trecciole elettriche (stile cariche di tnt).
Sono loro che a breve daranno vita ad un intenso spettacolo di colori che richiama spettatori da ogni parte del mondo (piccola curiosità: durante questa festa sono stato tutto il tempo al fianco di Ferdinando Scianna, ma non me ne sono accorto fino a che non sono tornato a casa e ho controllato le foto).
Terminate tutte le messe, le panche all’interno della basilica vengono rimosse e al loro posto vengono posizionati due altari, uno dei quali (quello più grande) accoglie la statua di San Sebastiano con i due portatori che hanno ricevuto l’onore di potervi salire. Il tutto sorretto e trasportato a spalla da decine di fedeli, tutti vestiti con i colori della celebrazione, gli stessi che rappresentano il Santo.
Si preparano, così, per il momento della partenza. I loro volti sono un misto di tensione e gioia. Sanno bene che la forza di ogni singolo uomo sarà necessaria per trasportare questo enorme e pesantissimo altare.
Prima di uscire i genitori porgono i propri neonati ai due portatori, i quali li innalzano e urlano ancora una volta: “Vastiano della vita Patrò!”, una sorta di piccola benedizione popolare per questi bambini. Una volta pronti, arriva il tanto atteso momento della “sciuta” (l’uscita) del santo.

La "sciuta" e il giro del paese
Il Primo altare, che porta con sé la reliquia del Santo, rappresenta l’apertura della cerimonia ed è accompagnato dallo sparo dei primi due cannoni.
L’aria comincia a riempirsi di “nsareddi” (coriandoli di carta colorati). Subito dopo, segue l’altare più grande e pesante (quello che sostiene San Sebastiano). Appena i fedeli scendono le scale, tutti i cannoni scoppiano in sequenza, dando vita ad un’enorme pioggia di coriandoli, arroventati dalla polvere da sparo. Mentre tento di scattare qualche foto rimango letteralmente sommerso da questa pioggia di cartone e durante alcuni di questi scatti sono così tanto ricoperto di foglietti di carta da non vedere più la luce del sole.
Tra urla e grida, altri neonati vengono innalzati al cielo in segno propiziatorio. Terminato il giro della piazza, i portatori conducono l’altare lungo le vie della città e prima di tornare all’interno della basilica affrontano l’ultima prova, una salita ripidissima che a primo impatto ricorda la festa di San Firmino, a Pamplona. Al posto dei tori, però, c’è questo gigantesco altare, sorretto da una vera e propria catena umana che trascina questo enorme peso lungo l’ultimo tratto di strada. Spinti dalle lacrime e stremati dalla fatica, effettuano questo ultimo sforzo per riportare “a casa” il loro santo.
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Le dimensioni più diffuse sono le seguenti:
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