Tappa 04: Grosseto – Itri

Fabio e il suo ristorante

Ci si sveglia presto sui colli della Maremma, alle prime luci dell’alba eravamo già in piedi ed in procinto di partire. Aspettiamo la cara Eleonora che ci offre un’abbondante colazione e ci racconta qualcosa del suo passato. Vicentina, archeologa, che è finita in maremma per amore del suo uomo, Stefano. Solo unendo le loro forze sono riusciti a dar vita a questo piccolo miracolo. Ci spiega che se dovesse scoppiare una guerra, lei sarebbe l’unica a non correre a saccheggiare il supermercato. Non saprebbe cosa prendere, dato che ha tutto. Ancora un’altra persona che ha abbracciato il concetto di ricchezza in quello che comunemente viene definita povertà. Forse il karma esiste davvero, inizio a crederci anche io.. viaggiare e parlare con le persone per me è un’abitudine, ma quante possibilità ci sono di trovare sempre luoghi di estrema pace, sempre persone felici di essere semplici.. ditemi una cosa, voi quante persone conoscete che siano davvero felici? Io conosco persone invidiose che il vicino abbia comprato un’auto bella o che ambiscono al potere, denaro, case o oggetti di lusso. Qui tutto questo non c’è, esistono però valori come l’onestà, la famiglia e la bontà d’animo verso il prossimo. Nadia aveva ragione ancora una volta quando mi disse “sono diventata ricca quando ho perso tutto”.
Partiamo alla volta di Orbetello. Avevo sentito parlare di un mulino spagnolo che si trova nella laguna, nulla di particolare, ma sono incuriosito. E’ l’ultimo rimasto dei 7 costruiti dai senesi anni fa. Penso che varrebbe la pena vederlo. Quando però arriviamo, Serena si sfila il casco e scoppia in una fragorosa risata. Era li buttato nell’acqua vicino alla strada.. nell’insieme era come vedere una pallina rossa in mezzo ad un sacchetto di palline bianche. Era palese che non appartenesse a quel mondo ed era ovvio il netto distacco.. eppure ero attratto da quella pallina rossa, aveva qualcosa di magico. Ovviamente non era raggiungibile in quanto circondato dall’acqua, ci siamo limitati a scattare un paio di fotografie.

Oramai eravamo ad Orbetello e sarebbe stato un peccato andare via senza “sfruttare” il luogo. Decidiamo quindi di percorrere su e giù il tratto di costa panoramica attorno a Porto Ercole. La strada è bella, ma un po’ troppo sporca di sabbia. Rischiamo di scodare con la moto un paio di volte, quindi preferiamo prenderla con calma e ripartire.

Il sole è alto e il vento non porta il minimo refrigerio, anche se si sale di velocità, l’impressione è quella di avere acceso un gigantesco phon addosso. Giacca e casco non aiutano di certo, ma con il traffico del 1° agosto preferiamo non rischiare. Maciniamo il più velocemente possibile i Km che ci separano da Roma. A quel punto le nostre strade si dividono, è stata una bella esperienza anche se breve. Un abbraccio e un augurio, suggella il tutto quasi come fosse un patto.
Di nuovo solo, riparto quindi alla volta di Itri.

Itri è una cittadina che non conoscevo, lo ammetto. Si trova a pochissimi Km da Sperlonga, splendida cittadina sul mare. Per raggiungerla bisogna arrivare a Sperlonga e percorrere una strada provinciale che sale dal livello del mare e arriva fino in collina, è una strada piena di curve a strapiombo, dalla quale è possibile ammirare tutto il golfo (che opportunamente ho fotografato verso il calar del sole). Mi tornano alla mente le ambientazioni di alcuni film di James Bond, quegli inseguimenti ad alta velocità dove il cattivo di turno finisce inevitabilmente giù dalla scarpata.. speriamo io non sia stato cattivo!

Arrivo ad Itri oramai stanco dalle centinaia di Km percorsi sotto il sole cocente. La testa mi gira un po’ e mi sento come in una bolla di sapone. Facendo benzina dimentico i miei occhiali da sole sul serbatoio, una volta ripartito sento “crash”, era il suono delle lenti frantumate dalla ruota posteriore. Addio miei cari Rayban, avete servito bene fino alla fine.
Come se la stanchezza non bastasse, chiamo la proprietaria del B&B dove avrei dovuto soggiornare la notte e scopro che a causa di un banalissimo malinteso in fase di prenotazione, non avevo la possibilità di dormire da lei. Maledizione, penso. E ora? Sono a pezzi, mettermi a cercare un’altra struttura il primo di agosto sotto questo sole e con questa stanchezza addosso. Era fattibile, per carità, ma l’idea non era di certo allettante. La proprietaria del B&B dove avrei dovuto soggiornare, conosceva però un’altra struttura di un amico e mi indirizza da lui. Si chiama Fabio, al telefono si dimostra cortese e mi spiega che il caso vuole che proprio poche ore prima un cliente abbia anticipato la sua partenza di un giorno, rendendo disponibile una sola camera in quel determinato giorno.. ancora casualità, inizio ad abituarmici. Ovviamente accetto e lo ringrazio di cuore. Corro subito da lui per conoscerlo e scopro che Fabio è un uomo abbastanza giovane, sobrio ed educato. Iniziamo subito a parlare, dapprima della mia avventura e poi della sua attività. Troviamo subito dei punti di interesse in comune, come l’educazione e il rispetto. Mi confessa che un giorno sogna di aprire un ristorante con pochi coperti, menù ridotto e qualità alta, adoperando solo prodotti freschi e stagionali. Mentre parla, guardo attorno a me e mi rendo conto che Fabio ce la farà, realizzerà sicuramente questo suo desiderio. Il B&B in cui mi trovo non è la solita struttura spartana e familiare.. è più come essere in una SPA. Immerso nel verde, un trionfo di colori tenui e tinte pastello con molti richiami al legno, come le travi a vista. Nel soggiorno vi è un tavolo da biliardo con delle palline perfettamente ordinate e pronte per giocare, bello. Mi piace.
Trovo in Fabio pane per i miei denti, è un gran chiacchierone. Che belle le persone che si aprono raccontando le loro esperienze, le adoro. Ogni volta che qualcuno lo fa, sento di guadagnare qualcosa per il mio bagaglio, come mettere qualcosa di nuovo nella mia valigia. Mi racconta che il suo lavoro principale è quello di responsabile in un’azienda, ma le condizioni in cui si trova lo stanno logorando, non riesce più a svolgere un lavoro che non ama. Lui ama il contatto con le persone, ama la ristorazione, e si vede dalla passione che si accende nei suoi occhi quando mi parla dell’impegno che mette ogni singolo giorno nella sua struttura. Lo capisco, in tutto. Lo conosco da poco e sento di amare Fabio, come ho amato i giorni precedenti Eleonora e Stefano, Michela e Nadia. Non amore in senso stretto, ovviamente. Amore per una persona che -come un pezzo di un mosaico- ha contribuito a creare una nuova immagine dentro di me. Non so cosa rappresenterà, quali saranno i colori o quanto sarà grande, ma che importa? Mi basterà procedere nel mio viaggio per scoprirlo.

Il sole cala in fretta, quindi faccio un’ultima corsa lungo la strada di James Bond per raggiungere il golfo di Sperlonga. Un paio di foto al tramonto e si torna in albergo.

Stanco morto, ma anche questa volta.. felice

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