Tappa 16: Foggia – Canosa Sannita

L’evidenza dell’amore

Possibile che il Gargano non fosse altro che una manciata di gadget su Padre Pio e dei lavoratori chinati nei campi? Il giorno prima, il meteo non prometteva per nulla bene, ma ora sembra essere ok. Mi preparo e punto verso Vieste. L’idea è quella di percorrere tutta la costa (per me totalmente inesplorata), per poi risalire fino alla piccola città di Canosa Sannita (sui colli appena fuori Pescara). La strada che da Foggia collega la zona di Manfredonia è piuttosto monotona: distese infinite di ulivi e campi di pomodori e una strada a quattro corsie pressappoco deserta e dritta. Una volta arrivati sulla costa, però, mi si apre un mondo nuovo. Di li a poco mi chiedo perchè non sia venuto prima in questa zona.. è assolutamente bellissima, sia come strada che come mare! Le curve sono quasi tutte morbide e veloci, i dislivelli non sono mai sgradevoli e quasi tutto il percorso è all’ombra. Posso godermi la guida, la bellezza del paesaggio e non soffrire il caldo del sole sopra la testa. Che bravi questi pugliesi.. ce lo avevano tenuto nascosto! 
Vieste è carina, anche se effettivamente un po’ turistica.. ma si sa, sulle settimane centrali di agosto non si può pretendere chissà cosa. Lungo la costa ci sono un po’ di belvedere, potete non credermi.. ma questa strada è talmente tanto bella e godibile che quasi non riesco a fermarmi per scattare un po’ di foto. La voglia di rimanere in sella è troppa e devo sforzarmi per fare una sosta. Avessi più tempo, penso che la percorrerei altre 10 volte.. ho trovato la mia Disneyland!
Dopo un caffè e qualche scatto, procedo verso la cittadina di Peschici dove trovo lungo la strada una sorta di arco naturale, due alberi (uno per lato) che crescendo si sono incontrati . Questo mi porta alla mente una vecchia poesia, recitava qualcosa del tipo: gli uomini vivono ciascuno per sè, piantando per terra le radici in modo autonomo, albero dopo albero. Allora dov’è la bellezza dell’amore? Guarda in alto.. è nelle fronde che si toccano. L’amore probabilmente è qualcosa che va sudato, costruito e mantenuto, esattamente nello stesso modo di questi alberi. Erano divisi da una strada ma anno dopo anno sono riusciti a formare un unico arco. La natura ci ricorda come funzionano le cose in questo mondo, solo che spesso non siamo ricettivi e non ce ne rendiamo conto.

Il resto della strada passa tranquilla, il Gargano è stato bellissimo.. ma dopo 5000 e passa Km si inizia a sentire la stanchezza. Un’ultimissima manciata di curve sui colli vicino Ortona e giungo nel B&B che mi ospiterà per questa notte.
Dopo un paio di ore di riposo decido di fare qualche scatto sul tramonto. Avevo visto da qualche parte delle foto sui Trabucchi, strutture di legno simili a palafitte che si stagliano sulla costa adriatica. Anticamente vecchi macchinari da pesca, ora sono state riadattate ad altre funzioni come piccoli chalet in cui è possibile mangiare pesce.

Sfrutto la luce del tramonto per fotografare il mio, uno dei trabucchi di San Vito Chietino.. ora sono soddisfatto, ma con un certo buco nello stomaco.
Decido che merito un premio, torno sui colli vicino Ortona e cerco un ristorantino locale. Dopo una porzione maxi di arrosticini di pecora, posso dirmi soddisfatto!
“Click”, si spegne la luce. Buona notte.

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